Descrizione
La chiesetta fu edificata nel 1867 e, nonostante oggi sia dedicata a Sant’Antonio da Padova, probabilmente in origine ne fu titolare Sant’Antonio Abate. L’ipotesi è sostenuta dall’affresco, ora perso, che ritraeva il santo eremita su una parete della cripta antistante la chiesetta. Quest’ultima è una testimonianza dei numerosi insediamenti di monaci bizantini, che popolarono l’agro di San Pancrazio nell’alto medioevo (dal VI-VII secolo in poi).
L’ipogeo, scavato nel tufo per circa due metri, si articola in due vani: uno dedicato alla preghiera ordinaria e l’altro (comprendente un piccolo altare in tufo) destinato alla liturgia. Sulle pareti figurano diverse nicchiette portalucerne e incisioni di croci. Attualmente gli ambienti appaiono anneriti dai fumi dei lumini devozionali, che per decenni li hanno assiepati.
Nelle vicinanze del santuario è visitabile una grotta naturale di origine carsica, utilizzata come dimora monastica prima (anche qui sono visibili croci incise) e come frantoio ipogeo successivamente, si presume sino al XIX secolo. Sia dentro sia fuori l’antro si possono rilevare numerosi silos a fossa, per la conservazione di scorte alimentari.
Dal banco roccioso è ricavata anche una piattaforma, dove probabilmente era posizionata la macina molitrice delle olive. Internamente, si trovano vari alloggiamenti murali per lampade a olio alternati a nicchie più grandi, che furono i dormitori dei frantoiani. Nei secoli X e XI, alla fine dell’era bizantina, l’olio di queste zone veniva esportato fino a Costantinopoli.
Attualmente gestito dal rettore Don Giuseppe Taurino, il santuario, oltre ad avere un’importanza storica, rappresenta un luogo di ritrovo e svago. Infatti, I cittadini dei paesi vicini (San Pancrazio Salentino e Torre Santa Susanna) vi si recano non solo per condividere momenti religiosi, ma anche per passare qualche ora all’aperto.
Ogni anno sono organizzati vari eventi, tra i qualo ricordiamo principalmente l’accensione della Focara nel mese di Gennaio in onore di sant’Antonio Abate e la festa del 13 Giugno per celebrare sant’Antonio da Padova.
In aggiunta, tra gli abitanti di San Pancrazio esiste una forte tradizione legata a questo luogo: le famiglie dei bambini che hanno iniziano a muovere i loro primi passi si recano in pellegrinaggio al santuario per benedire i piccoli.
Un’altra caratteristica fondamentale è la presenza di macchia mediterranea, che circonda il santuario alternandosi a una grande pineta per lo più formata da pini d’Aleppo. Questo luogo è ormai meta domenicale per chi vuole associare un momento di spiritualità a un pic-nic, per passare una giornata diversa dalle altre.
Gli spazi da utilizzare possono essere diversi: nel grande viale d’ingresso, nella zona adibita a parcheggio, intorno alla chiesa e anche nella pineta.
Dopo aver visitato l’intero santuario, ci si può muovere nel bel mezzo della lussureggiante vegetazione.
Qui si può avvertire subito la strana sensazione di essere fuori dal tempo, lontani dagli affanni della vita di ogni giorno.
E’ piacevole trascorrere il proprio tempo assaporando il verde profumo dei pini, l’odore speziato della vegetazione spontanea, il dolce rumore della brezza tra i rami e l’umido odore dei funghi in autunno. Le distese di erba sottostante agli alberi invitano a sedersi e a sperimentare fino in fondo quella sensazione di relax fisico e libertà spirituale che si sente dentro.
Intorno c’è silenzio, interrotto ogni tanto dal cinguettìo degli uccelli, il ronzìo degli insetti e il fruscìo dell’erba, mossa da una lucertola che scivola via. E quando i raggi del sole attraverso le fronde appaiono di un rosso fuoco, è ora di risvegliarsi ed andare via, anche se la voglia di restare è ancora tanta.