Descrizione
Il Comune di San Pancrazio Salentino, (Sammangràziu in dialetto salentino) è un comune italiano di 9,844 abitanti della provincia di Brindisi.
Il toponimo San Pancrazio deriva dal nome del santo patrono del paese, San Pancrazio martire , a cui era dedicata una chiesetta attorno alla quale sorse il primo casale fra il X e l'XI secolo. L'attributo Salentino è stato aggiunto solo in seguito, con Regio Decreto del 13 novembre 1862, per distinguere San Pancrazio dal comune di San Pancrazio Parmense (ora frazione di Parma).
I primi insediamenti nel territorio comunale risalgono all'epoca messapica, come dimostrano i ritrovamenti archeologici nella zona di Muro Maurizio, fra Mesagne e San Pancrazio, e in contrada Li Castelli, a 1,5 km a est dal paese.
Un forte processo di sviluppo urbanistico, alla fine del IV secolo a.C., portò alla nascita di un notevole centro fortificato. L'area venne abbandonata verso la fine del I secolo d.C., e utilizzata, con l'arrivo dei Romani, come campo di sosta e avamposto militare.
Nel territorio sampancraziese sono presenti tracce concrete del passaggio dei monaci basiliani, in fuga dall'Oriente. I Basiliani, per scampare alle persecuzioni bizantine, furono costretti a nascondersi in luoghi solitari come grotte e foreste, che divennero luogo d'alloggio e di preghiera. A volte, quando non potevano adattare le grotte naturali, scavavano nella roccia più friabile, dove creavano dei rifugi simili a pozzi. Ritroviamo, infatti, in contrada Torrevecchia, la Grotta dell'Angelo, finemente affrescata con immagini di santi raffigurati secondo l'iconografia bizantina. Altre grotte con altari, giacigli e pozzi sono in contrada Caragnuli e in contrada Caretta.
Un nuovo nucleo abitativo, un casale, sorse fra il X e l'XI secolo attorno a una chiesetta dedicata al martire, la venerabilem ecclesiam S. Pancratii, menzionata in un atto di donazione del 1063 all'Arcidiocesi di Brindisi ed eretta probabilmente con l'aiuto dei monaci basiliani. È credenza che il martire sia transitato per queste terre nel viaggio verso Roma.
Nell'XI-XII secolo, il territorio sampancraziese era possedimento di Goffredo, conte di Conversano. Nel 1107 queste terre furono donate dalla moglie Sichelgaita all'Arcidiocesi di Brindisi. Gli arcivescovi brindisini assunsero, dunque, il titolo di Baroni di San Pancrazio.
Rimase mensa brindisina fino al 1866, quando passò in mano allo Stato in seguito alla soppressione dei beni ecclesiastici.
Nella prima metà del XVI secolo, l'arcivescovo di Brindisi Girolamo Aleandro, spinto dalla qualità dell'aria del paese, elesse San Pancrazio sua dimora estiva, soggiornando presso il Castello arcivescovile. Il casale, che nel 1798 contava 510 abitanti, rimase frazione di Torre Santa Susanna sino al 1º gennaio 1839, divenendo comune autonomo della provincia di Terra d'Otranto (in seguito, Provincia di Lecce) con il decreto regio del 17 dicembre 1838.
Si racconta che il re Ferdinando II concesse l'autonomia al paese dopo che, mentre vi transitava, una bambina di nome Chiara Micelli gli offrì un mazzo di fiori. Nel 1927 entrò a far parte della nuova Provincia di Brindisi.
Da quei secoli in avanti lo storytelling di un luogo che merita la scoperta, ha continuato a scriversi nel cuore di quella terra di mezzo, tra Adriatico e Ionio.