Descrizione
L’impianto quadrangolare del tempietto è di gusto tardo- romanico, alleggerito dalle sovrapposizioni decorative rinascimentali soprattutto dall’elegante portale cinquecentesco. Quest’ultimo è costituito latteralmente da due colonne ottagonali e superiormente da un arco a tutto sesto, sotto il quale un tempo era probabilmente allocata una piccola statua di un santo in pietra. Sul lato est svetta un aereo campanile a vela. L’interno, sviluppato in una sola navata, poggia sulle fosse e sugli ossari dell’antico cimitero civico, oggi lasciate a vista mediante coperture pavimentali in vetro.
Particolarmente pregevoli sono le due acquasantiere pensili e il fonte battesimale rinascimentali, tutti in pietra con decorazioni scolpite. L’attuale sagrestia corrisponde all’antico sacello medievale, di cui permangono due acquasantiere in pietra. Sul presbiterio della chiesetta, in alto a sinistra, ha un certo rilievo documentale la tela tardo- settecentesca che raffigura la Divina Pastora ovvero un’insolita Vergine Maria immersa in un contesto bucolico e vestita come una pastorella. Si tratta di un’iconografia diffusasi in Spagna e in America Latina nel XVIII secolo, probabilmente giunta qui per influenza borbonica. Sul lato orientale, restano visibili alcune pitture parietali: una Dormitio Virginis con Assunzione all’ingresso, motivi decorativi vegetali e cosmogonici sopra l’altare dedicato a San Pancrazio (o San Vito), una cronaca pittorica sopra l’entrata laterale, un San Domenico nell’area presbiterale.
Gli affreschi sono databili tra il XVII e il XVIII secolo e presentano alcune curiosità: un minuscolo personaggio, armato di spada, compare in basso a destra, sovrapposto al catafalco della Vergine dormiente; un dado campeggia sul lato destro dell’altare del santo (essendo uno dei simboli della Passione di Cristo, forse ne richiamano il tema); un insolito crudo realismo pervade la pittura che sovrasta la porta laterale. Ma quest’ultimo aspetto introduce a una storia che merita uno spazio a sé.